giovedì 20 novembre 2014

Conosciamoci un po': Giorgia alias Elisabetta Fischer

Di Giorgia non si sa molto, a parte che è la migliore amica di Serena e che, in una vita passata, si chiamava Lisa e si trovava nello stesso istituto in cui era ricoverata la madre della summenzionata Serena. Ciò che abbiamo capito, però, è che si tratta di una donna capace di ascoltare e amare, con qualcosa di irrisolto che la tormenta. In attesa di scoprire qualcosa di più su Giorgia, impariamo a conoscere colei che l’ha resa così vera e reale, Elisabetta Fischer.

Enjoy!

Giorgia è un personaggio taciturno, schivo. Sembra una ragazza che ascolta tanto e parla solo dopo aver pensato a lungo cosa dire. Raccontaci un po’ di lei e di com’è stato interpretarla. Avete qualcosa in comune?
Il personaggio di Giorgia mi è piaciuto sin dalla prima, breve descrizione che me ne fece Francesco. Mi sembrava piena di profondità e molto “umana”. È sicuramente una persona che ascolta molto e possiede una evidente capacità empatica, probabilmente sono proprio le sue fragilità a portarla a comprendere quelle altrui. Come attrice, ho trovato lo stratificarsi di questa complessa personalità molto stimolante e le ho voluto bene da subito. Mi piace il suo modo amorevole di approcciarsi agli altri e anche il suo essere posata e consapevole. Quello che ci accomuna – spero – è la capacità di essere un punto di riferimento per le persone importanti della mia vita.

Nelle ultime puntate abbiamo scoperto che Giorgia e la Lisa che portava le margherite alla mamma di Serena sono la stessa persona e che la poverina è affetta, presumibilmente, da un disturbo mentale. Come ti sei approcciata a questo ruolo? Ti è pesato interpretare una persona tanto fragile quanto problematica?
La questione del disturbo mentale di Lisa/Giorgia è un lato ancora tutto da esplorare. Certamente è una sfida difficile, ma che mi piacerebbe affrontare. Il cinema e il teatro che amo si fondano su personaggi la cui la vita emotiva è continuamente cullata da maree che nascondono abissi, e i cui i “non detti” sono la parte più vera. Quindi Giorgia ha tutte le caratteristiche per essere un personaggio davvero completo. Chissà cosa mi riserveranno gli sceneggiatori per la prossima stagione…

Oltre a recitare, sei anche una bravissima disegnatrice. Mi sono imbattuta nei tuoi schizzi e li ho trovati malinconici e molto introspettivi. Magari mi sbaglio, ma recitazione e disegno mi sembrano attività opposte: con la prima indossi delle maschere che nascondono il tuo vero io, l’altra ti mette a nudo. Che ne pensi? E quale delle due attività ti dà maggior soddisfazione?
Intanto ti ringrazio per queste tue parole sulle mie illustrazioni. Disegnare è il mio modo di raccontarmi e di entrare in contatto con le mie emozioni, è diventato un bisogno fondamentale per me e mi fa stare bene. Personalmente, non trovo sia poi così dissimile dal recitare. Io credo che le maschere che ci offrono i personaggi siano un buon nascondiglio dentro cui sperimentare parti molto vere e profonde di noi e che nascondano grandi verità degli attori che le incarnano. Dipende tutto dal grado di onestà con cui l’attore offre la parte più vera di sé, dalla sua generosità; tutto il resto – la finzione, le strategie estetiche – per me non hanno nulla a che fare con la recitazione, sono solo maschere vuote. Entrambe queste forme sono per me un modo di raccontarsi, quello che cambia è che nel disegnare sono immersa nel mio mondo, e nel recitare, invece, questo mondo si apre all’incontro con l’altro, che sia il regista o i colleghi o i personaggi.

Voci di corridoio dicono che conosci molto bene uno dei registi e sceneggiatori, Francesco D’Alessio, quindi la domanda è obbligatoria: quanto c’è di lui in Giulio e in cosa, invece, lui e il suo personaggio sono agli antipodi.
Le voci di corridoio sono molto ben informate. In effetti, io e Francesco ci conosciamo da secoli ormai, e non solo come amici, ma anche professionalmente. Ci siamo incontrati proprio perché quando eravamo appena ventenni lui mi fece un provino. Devo dire che di Giulio lui possiede tutti i lati positivi: la dolcezza infinita, la forza, la simpatia e la capacità di credere nei sogni. Onestamente non mi vengono in mente lati contrastanti, ma del resto sono proprio di parte (ride).

Raccontaci cosa ti hanno dato i mesi sul set di G&T a parole e… con un disegno.

I mesi sul set sono stati un vero spasso, con la troupe e i colleghi c’è stata grande sintonia e il clima di lavoro era proprio familiare. Unico neo: i ritardi, in questo sono un po’ da tirata d’orecchie. Ma mi è rimasta un gran voglia di ricominciare e sono super curiosa di sapere cosa frulla nella mente diabolica del reparto sceneggiatura.

Se volete dare un'occhiata ai lavori di Elisabetta potete visitare la sua pagina Facebook Lisefischer.




-Simo- ;*

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