Ed
eccoci giunti all'ultima parte del resoconto di questo mio intenso,
seppur breve, week-end padovano. Lo so, lo so, dopo lo scherzetto di
ieri non vi fidate più di me, ma posso assicurarvi che oggi vi
racconterò esattamente com’è andata. Promesso!
Sapete,
ho riflettuto
tanto su
cosa
scrivere, ma
soprattutto,
su come
scriverlo.
Se dovessi
abbandonarmi
a inutili
sentimentalismi,
questo
articolo
sarebbe ricco
di cuoricini
e
sdolcinatezze,
ma non
fa per
me. Così
cercherò
semplicemente
di essere
me stessa,
sperando di
non annoiarvi
troppo.
Nell'arco
di una
vita intera
ti capiterà
d’incontrare
centinaia di
persone.
Alcune ti
faranno un
dono
prezioso,
quello
dell’amicizia,
un dono
di cui
non saprai
più fare
a meno,
che ti
riempirà il
cuore di
gioia e
ti farà
capire di
non essere
solo; altre
spererai di
non averle
mai
conosciute;
altre ancora
ti rimarranno
semplicemente
indifferenti.
Perché è
così. Non
tutti possono
capirti. Non
tutti sono
in grado
di entrarti
dentro.
A me
è successo. E mi sento molto fortunata.
Da
quando ho
scoperto G&T,
ho
conosciuto
tanti ragazzi
e ragazze
che, come
me, vivono
di sogni
e speranze.
Persone che
si danno
senza
chiedere
nulla in
cambio.
Ragazzi come
Gianfranco,
legato al
suo Stefano
da un
amore
profondo e
sincero,
dotato di
un'intelligenza
fine e
di un
cuore grande.
E ragazze
come Chiara,
che mi
ha insegnato
che, anche
se siamo
distanti
circa 1500
km, possiamo
sempre
contare l'una
sull'altra (e
mi ha
anche
insegnato la
grammatica...).
E poi
Diamante e
Mariangela,
con le
quali
condivido la
passione per
le storyline
gay, i
BackStreet
Boys (sì,
i Back
e allora?!),
Tiziano Ferro
e,
ovviamente,
G&T.
E tanti,
tantissimi
altri. Così
tanti che
citarli tutti
mi porterebbe
via un
pomeriggio
intero!
Ma
in questo mio ultimo pezzo prima delle vacanze estive voglio parlarvi
di LUI. LUI, che ho imparato a conoscere e a cui ho cominciato a
voler bene attraverso lo schermo del mio portatile, quando la
connessione saltava e il microfono faceva le bizze. LUI, che mi
chiama alle due del mattino, facendo impazzire il mio povero marito
(lo so, potrei anche non rispondere, ma che ci volete fare? Ho un
cuore grande!). LUI, che dice sempre «hai ragione!» e «mi fido di
te!». LUI, ma anche l'ALTRO. Che ho conosciuto, per la prima volta,
sabato sera. Che è divertente e simpatico e dolce e dovrebbe fare
pace con il suo parrucchiere (veramente!). LUI e l'ALTRO sono
Francesco e Matteo e ora, finalmente, vi racconterò com’è andata…
Quando,
alla fine
dell'intervista,
Francesco mi
è venuto
in contro,
non sapevo
che fare.
Non sono
il tipo
da abbracci
e lacrime.
Sono una
bestia,
ricordate? Ma
se Fra
ti viene
incontro a
braccia
aperte, fai
uno sforzo
e lo
abbracci pure
tu, no?
È così
strano non
avere più
barriere! Ci
abbracciamo e
poi saluto
Matteo. In
effetti, è
la prima
volta che
io e
lui abbiamo
modo
d’interagire
direttamente,
di studiarci
senza il
filtro delle
parole di
Francesco.
Cavolo se
è alto!
Ha le
spalle larghe
e muscolose
e questa
faccetta da
bravo ragazzo
illuminata da
un bellissimo
sorriso (be’,
sapete di
cosa sto
parlando :))!
E Francesco
è... è...
Francesco! Il
MIO
Francesco!
Bellissimo,
dolce,
adorabile e
magro come
un chiodo.
Usciamo
dal
padiglione.
Birra, coca,
chiacchiere,
risate, foto.
Corriamo
avanti e
in dietro
per il
Village,
fermati ogni
due passi
da ragazzi
che vogliono
fare i
complimenti a
Fra e
Matte per
G&T.
Insomma, ci
si diverte
un sacco!
Tra
chiacchiere e
risate
conosco due
ragazzi,
Alberto e
Nicola –
simpatici e
divertenti
come pochi
–, il
tutto in
una girandola
di musica,
colori e
balli, fighe
e fighi
pazzeschi,
trucchi
psichedelici
e tacchi
altissimi!
Verso l'una
e mezza
la stanchezza
si fa
sentire,
purtroppo. Io
e la
mia amica
decidiamo che
si è
fatta l'ora
di tornare
a casa.
Ma, prima
di andare,
una promessa:
il giorno
dopo lo
passeremo
insieme, io
Fra e
Matte, in
giro per
Padova.
Il
rientro è
rapido…
niente
incidenti
questa volta!
Tornate a
casa abbiamo
una fame
da lupi
e
saccheggiamo
il frigo:
per strada
ci siamo
ricordate di
non aver
cenato. Poi
pigiama e
nanna. Il
sonno arriva
in fretta,
pesante come
una coma.
Suona
la sveglia:
è mattina.
Raggiungiamo
la stazione
(questa volta
in auto,
grazie al
cielo!),
saluto Simona
e lascio
i bagagli
al deposito.
Sono ancora
intontita: ho
sonno, fa
caldo, ho
mal di
testa. Invoco
un caffè…
e,
possibilmente,
anche una
brioche.
Francesco
e Matteo
raggiungono
la stazione
a piedi,
sotto il
sole cocente.
In realtà
dal loro
albergo
sarebbe anche
un tratto
breve, ma
la canicola
è
implacabile.
Il termometro
segna già
35° e
sono solo
le 11
del mattino.
Dopo
il tanto
sospirato
caffè, ci
avviamo a
piedi verso
la Basilica
di
Sant'Antonio
da Padova.
Idea mia
– malsana,
aggiungerei
–, ma
ormai è
fatta. Ci
inoltriamo
nel dedalo
di vicoli,
in cerca
di un
po’
d’ombra,
e nel
frattempo si
parla di
tutto:
persone,
aneddoti di
vita vissuta
(da tre
soggetti che,
facendo la
media delle
varie età,
raggiungono a
stento i
29 anni...
che vita
vissuta!),
True
Blood
e film
vari. Fra
e Matte
mi raccontano
qualcosa di
loro e
io racconto
loro qualcosa
di me.
Ci
divertiamo,
ma fa
sempre più
caldo. Padova
resta
comunque
stupenda,
però. E
la Basilica
del Santo
è un
miraggio.
Dentro fa
fresco, ed
è
bellissima.
Davvero. Se
non ci
siete stati,
rimediate.
All'uscita,
ci fiondiamo
in un
bar per
pranzare.
Ora, è
cosa nota
a tutti
che il
caldo toglie
l’appetito, ma
Matteo sembra
essere
l’eccezione
alla regola.
Con
l’entusiasmo
di un
cucciolo di
pitone,
ingurgita i
suoi
gnocchetti
sardi
bollenti
– come
diamine si
fa a
mangiare
piatti caldi
con queste
temperature
lo sa
solo lui
–, metà
della mia
piadina e
metà di
quella di
Francesco...
Ma dove
la mette
tutta quella
roba?! Lo
odio, è
deciso.
L’afa
soffocante
non ci
permette di
muoverci.
Altre
chiacchiere,
altre risate,
altre
“scoperte”.
Non fosse
per
l’imminente
partenza dei
nostri treni,
resteremmo
seduti lì
per ore.
Ma il
tempo, si
sa, è
tiranno ed
è già
ora
d’incamminarsi
verso la
stazione.
È
quasi giunto
il momento
dei saluti.
Odio gli
addii, ma
il nostro
è solo
un
arrivederci.
Un «a
presto»
sussurrato
con la
consapevolezza
che a
breve ci
riabbracceremo.
Con la
consapevolezza
che,
qualunque
cosa accada,
qualunque
siano le
distanze, NOI
saremo sempre
NOI.
Questo
ultimo pensiero è per voi, ragazzi. Che avete camminato sotto il
sole cocente con me. Che avete ascoltato le mie mille chiacchiere.
Che mi avete resa partecipe di un piccolo pezzo delle vostre vite.
Non lo dimenticherò. Mai. Grazie di tutto.
Vi
voglio bene.
Buona strada.
-Simo-
<3
Per chi volesse acquistare le magliette: Alcune persone sono gay. Fattene una ragione.
Invece, se qualcuno fosse interessato a visitare la splendida Padova: Padova
Per chi volesse acquistare le magliette: Alcune persone sono gay. Fattene una ragione.
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